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"Gentile da Leonessa,capitano di ventura"

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Gentile da Leonessa
di Maurizio Luciani


Gentile da Leonessa (Gentile Beccarini Brunori) detto Magnifico Gentile, nacque tra dicembre 1407 e gennaio 1408, da Antonio Beccarini Brunori, capitano di ventura al soldo pontificio e Jacopa Bisenzi, nobile di Monte Giove d'Orvieto.
La tradizione leggendaria vuole sia nato in Sant'Angelo in Trigillo villaggio appartenente al Sesto di Terzone come riporta Antonio Ludovico Antinori nei suoi "Annali degli Abruzzi", nella realtà ci sono dubbi sulla nascita di Gentile in terra leonessana, infatti con molta probabilità potrebbe essere nato a Monte Giove d'Orvieto o ipotesi molto più accreditata a Roma, i cronisti dell'epoca raccontano di una grande festa organizzata a Roma dal padre il 22 gennaio 1408, sicuramente per la nascita del figlio Gentile, con banchetto e balli nel palazzo vicino a Campo de' Fiori e un torneo a Monte Testaccio.
Tra il 1410 e il 1412 in seguito al matrimonio della sorella Giacoma con Erasmo da Narni detto il Gattamelata, la famiglia Beccarini si imparenta con uno dei più importanti capitani di ventura dell'epoca, questa parentela fu determinante per la carriera militare di Gentile.
Successivamente alla morte del padre Antonio avvenuta il 13 agosto 1415 a Tuscania, fatto decapitare da Angelo Broglio da Lavello detto il Tartaglia, Gentile con la madre Jacopa e la sorella Angela si rifugiano prima ad Amelia presso i parenti paterni e successivamente presso lo zio materno Pierantonio Monaldeschi nel Castello di Monte Giove. Qui continuò i suoi studi e la sua preparazione militare che lo portò ancora giovane a voler ricalcare le gesta dei suoi avi: del padre Antonio, del nonno Marino e del bisnonno Gentile. Entrò così nella compagnia del Gattamelata e del Brandolino, prima a Firenze e poi nelle campagne militari delle Marche contro il Piccinino e della Romagna, sempre al soldo pontificio, fu in questo periodo che Gentile contrariamente al padre, che portava con onore ed orgoglio come cognome una genealogia familiare non certamente di umili origini, assunse come nome di guerra quello della città d'origine, rivendicando così con determinazione la provenienza della sua famiglia.
Nel 1437 con il cognato Gattamelata passò al soldo della Repubblica Veneta, che in occasione dell'apertura delle ostilità con gli Sforza di Milano, portò la Serenissima ad ingaggiare diverse compagnie di ventura ponendole sotto il comando di Giovan Francesco Gonzaga. Nell'ottobre del 1438 Gattamelata venne nominato Capitano Generale delle armate venete al posto del Duca di Mantova con conseguente associazione di Gentile nel comando della compagnia, che negli anni a seguire lo vedono valorosamente protagonista nella guerra con Milano. In seguito dell'aggravamento delle condizioni di salute del Gattametata, Gentile insieme al nipote Giovannantonio ottiene il comando interinale della compagnia. Il 16 gennaio 1443 muore il Gattamelata e Gentile rimase al servizio della Serenissima sotto la guida di diversi generali, fatto prigioniero dallo Sforza nel 1448 durante l'assedio di Caravaggio, fu successivamente rilasciato per l'amicizia che lo legava con lo stesso Sforza. Il 23 febbraio 1451 il Consiglio dei Dieci della Serenissima nominò Gentile Capitano Generale dell'esercito veneziano preferendolo al Colleoni e al Piccinino e nell'aprile successivo in una cerimonia a Brescia gli venne consegnato il bastone del comando. Purtroppo la sua carriera da generale venne interrotta dopo pochi anni, infatti durante l'assedio di Manerbio nel marzo 1453 fu ferito mortalmente da un verrettone, morirà nella sua casa a Brescia il 1 Aprile alle 2 di notte, dopo i funerali fu sepolto temporaneamente nella chiesa di Sant'Alessandro a Brescia i cui lavori di restauro, pochi mesi prima, aveva lui stesso sovvenzionati, successivamente verrà tumulato nella chiesa della SS. Annunziata, nella cappella eretta dai suoi eredi.

Lo ricordiamo con l'elogio del Longier nella sua Storia della Repubblica di Venezia: " La Repubblica perdette in lui un capitano generale veramente degno del suo dolore. Mai uomo non mostrò maggiore arte di lui nella scelta delle posizioni e nell'ordine delle marce militari. Opposto allo Sforza, ebbe la sorte di arrestarlo coll'ardimento e prudenza de suoi movimenti. Questo è il maggior elogio che possa farsi alla sua abilità".
Due secoli dopo i Priori di Leonessa fecero dipingere su una parete del consiglio un ritratto di Gentile al cui fianco più tardi fu trascritta un'ottava:

La Leonessa generosa e fiera
Fa i suoi figli tremendi e valorosi
Così Leonessa nobile e altera
Genera i figli intrepidi e famosi
Questo dei Veneziani l'armata schiera
Ha governato con trofei pomposi
Questo grande e magnifico Gentile
Fu glorioso in arme, almo e gentile.


BIBLIOGRAFIA

- Antonio Ludovico Antinori, Annali degli Abruzzi (manoscritto) vol XV;
- Diario Romano di Antonio Di Pietro dello Schiavo;
- G. Eroli, Erasmo Gattamelata da Narni - Roma 1879;
- B. Belotti, La vita di Bartolomeo Colleoni - Bergamo 1923;
- Longier, Storia della Repubblica di Venezia Vol VI;
- E. Ricotti, Storia delle compagnie di ventura;
- F. Ughelli, Albero e Historia della Famiglia De' Conti di Marsciano - Roma 1657;
- M. Zelli e AA.VV., Gentile da Leonessa - Trieste 2007;
- M. Zelli, Gonessa - Roma 2003;
- Archivio Mauro Zelli;
- Archivio di Stato di Venezia;
- Archivio di Stato di Milano;
- Biblioteca Naz. di San Marco, Venezia Cod. I Vol.





Leonessa è città d'arte, immersa nei boschi del Terminillo, ricca d'interessi culturali , religiosi e di cavalli.
Per diversi anni a Leonessa si è svolta una grande manifestazione la "rassegna nazionale delle Regioni a cavallo" , che, coinvolgeva grande parte del territorio italiano, ma non quello Leonessano. Infatti la rassegna nazionale dei cavalli è stato uno spettacolo del "cuore" come qualcuno già scrisse, ma che vide la cittadina solo come un "involucro" un "contenitore". Mai protagonista lasciando quindi in disparte una grande risorsa, per il territorio stesso.
Quest'anno pero', grazie al "Palio del Velluto" - evento che rievoca la tradizione medievale, le origini di questa meravigliosa terra, dove si racconta la passione di un bel gruppo di persone, le quali hanno creato un musical - in cui i cavalli leonessani, sono finalmente protagonisti. Il tutto si è svolto in uno scenario medievaleggiante ,canti balli combattimenti, battaglie in cui i cavalli hanno fatto da cornice all'evento.
I cavalli sono animali affascinanti, intelligenti, animali che si adeguano ad ogni situazione conformandosi agli stati d'animo dei loro cavalieri. Ed è per questo che è servito l'aiuto di un attenta allevatrice, la signora Serena Conti, proprietaria della metà dei cavalli che hanno fatto ingresso al musical. Lei ha diretto le prove appassionando ed emozionando tutti , bambini compresi, che hanno anche visto cavalcare la piccola Asia , la figlia della signora Conti, di soli 6 anni, come e meglio di una amazzone.
Scoprendo così il meraviglioso mondo equestre!
Carla Bellacosa



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